giovedì 4 luglio 2013

GEORGIA , CAUCASO , LE NUOVE "VIE DELLA SETA" TRA EUROPA ED ASIA.


Dove andate? Georgia? Ah,bello,Stati Uniti. Noo. Georgia, Caucaso, ex Unione Sovietica. Il tassista non nasconde un po’ di disgusto, cita Berlino Est e i disastri del Comunismo.  Che andate a vedere? ci chiede   sulla navetta che ci porta all’aereo  il pilota ( o il secondo). Io vi accompagno a Tbilisi,ma  poi riparto subito dopo e conosco poco della Georgia.
Inizio non brillante,ma il viaggio, valutato a posteriori, è positivo. Tra montagne del Grande Caucaso (anche oltre 5 mila metri)  e Piccolo Caucaso ( sui 3.500 metri), una striscia di  verde pianura o altopiano con la mitica Colchide che si affaccia sul Mar Nero, frutta e ortaggi soprattutto nella parte occidentale, vigneti nella zona orientale . Tradizione vinicola millenaria, con il vino conservato in  grandi coppi di terracotta interrati o murati fino al “ collo”.
Grandi miti, Prometeo,gli Argonauti, il Vello d’Oro ecc.  Più vicino l’eco del luogo natale di Stalin, di uno degli ultimi Ministri degli Esteri dell’Urss ( poi Presidente della Repubblica di Georgia), ancor più recente  il breve conflitto del 2008 con la Russia.
Un territorio circa un terzo dell’Italia, include una Repubblica autonoma  sul Mar Nero ( Ajara o Adjara) che riconosce però l’autorità georgiana, un’altra repubblica veramente autonoma,sempre sul Mar Nero,  l’Abkhazia ( oggetto della guerra)  riconosciuta dalla Russia e da  pochi altri Paesi,  infine  l’Ossezia del Sud (occupata dalla Russia). Primo risultato visibile sconfinati villaggi di profughi creati dal niente oppure  profughi ospitati in vecchie strutture dell’epoca sovietica.
Un groviglio culturale e politico notevole, i resti del culto di Stalin ( soprattutto a Gori), i segni ancor vivi dell’epoca sovietica ( nei monumenti ai caduti od alle celebrazioni della Vittoria, per esempio), la presenza di architettura ottomana e persiana, Chiese e Monasteri sparsi ovunque,soprattutto sulla sommità delle colline ed oltre i 2000 metri delle montagne appartenenti alla Chiesa Ortodossa di Georgia ( assolutamente  indipendente ,questa sì , con il suo Patriarca a Tbilisi). Ma anche, come a Tbilisi, importanti Moschee e Sinagoghe.
Siamo su un ramo importante della “Via della Seta” e lo si avverte soprattutto nella Georgia Orientale, per esempio nella Fortezza Reale e Chiesa di Gremi ( dove fotografo due biciclette di turisti  francesi,ognuna con una lunga asta ed una bandierina    à velo vers l’orient “).
Cucina ricca di frutta, ortaggi, formaggi, spiedini di carne. Diffuso una specie di raviolone di carne e spezie, bollito ( "khinkali", sotto nella foto 14).
 Non manca quasi mai una focaccia ripiena di formaggio o formaggio e verdure, appena sfornata. E poi salse di noci,purea di fagioli. Varietà di vini  ( per i miei gusti gradevoli alcuni bianchi).Per chiudere la "chacha", una sorta di grappa-brandy distillata in Georgia.
 Pazzesca la circolazione, buche ovunque e slalom da parte degli autisti; al di fuori di Tbilisi, anche sulle strade importanti, presenza di mucche, cavalli, maiali, capre che brucano  ai bordi ma che non disdegnano di  trasferirsi ( pericolosamente) sulla carreggiata.
Straordinario incontro ( e scontro) tra modernità e tradizione, nuovo “cuscinetto” politico-strategico tra Russia e cosiddetto Occidente, tra Europa ed Asia . Anche Paese di transito ( molti  Tir) delle merci dei Paesi dell'area e possibile  Paese ospitante di un nuovo grande gasdotto dal Mar Caspio ( che potrebbe passare in territorio georgiano  e non già ,più a nord,  in territorio russo). 3000 km. di gasdotto (  Azerbaijan,  Georgia,  Turchia,  Bulgaria,  Romania, Ungheria ,Austria),progetto "Nabucco").  Sembra però  che il progetto Nabucco sia stato accantonato (2014), a vantaggio del progetto Tap, che passerebbe più a sud. Più corto di 500 km. il gasdotto Tap passerebbe attraverso le frontiere di Grecia,Turchia,Albania per raggiungere  il Sud Italia,regione Puglia, attraverso il mare Adriatico.Ma anche su questo  tracciato (2017) esistono tuttora grosse polemiche.
  "Pezzi" di architettura  contemporanea( tipo Valencia) a Tbilisi,accanto ad un evidente impegno per il  recupero di edifici e strutture del passato, dal Medioevo,alle invasioni ottomane fino al periodo dell'Unione Sovietica.
 Lavori in corso per il miglioramento della rete stradale ( e come detto ce ne è veramente bisogno). Molti cantieri aperti sulla “Strada Militare Georgiana”  che con il  Passo della Croce, oltre 2000 metri, conduce alla frontiera con la Russia, in prossimità del monte Kazbek ( 5047 metri).
Popolazione  molto cordiale ed ospitale. Scrittura e lingua molto difficili. Inglese conosciuto quasi esclusivamente nelle strutture turistiche/commerciali  e raramente da qualche studente.


Foto 1-  Traffico e circolazione difficile.Strade in non buone condizioni e animali quasi ovunque ai margini o in  strada. Un esempio e non dei peggiori:visibile sulla sinistra un cavallo in libertà.

Foto 2 - Una statua di Stalin ancora presente a Gori, sua città natale. E' stato eliminato un esemplare più
              grande.

Foto 3 -  Vini Georgiani. Ho trovato un'etichetta che ancor oggi presenta  una foto di Stalin

Foto 4  Il Complesso di Mtskheta.  Secondo la tradizione,custodisce   la Tunica di Cristo.



Foto  5  Una Chiesa suggestiva, ad Ananuri.

Foto 6  Kazbegi, Chiesa di Gergeti, 2170 metri. Sullo sfondo il monte Kazbek, ben
            5047 metri.


Foto 7  Tbilisi- Museo Nazionale. Uno dei simboli della Georgia. La statuetta del leone.


Foto 8 Il complesso rupestre di Uplistsikhe.

Foto 9 Tskaltubo. Le grotte di Prometeo .Un particolare.


Foto 10  Tbilisi,la capitale. nella foto allargata si vedono antichi monumenti e moderne costruzioni ,come i "funghi bianchi" della Casa di Giustizia,al centro.


Foto 11 Telavi.  Molti esempi di abitazioni con influssi ottomani e persiani. Esempi simili  anche in altre parti della Georgia, per es. Tbilisi, Sighnaghi ecc.



Foto 12  Tifa Italia il sorridente venditore di formaggi al Bazar di Telavi.



Foto 13  Gli spiedini di carne, altro piatto nazionale.


foto 14    "Khinkali",  forse il piatto nazionale, un "raviolone", un "fagotto" ripieno di carne e spezie, bollito. E' sufficientemente grande per essere preso con le due mani,mangiando pasta e carne, senza perdere il liquido dell'interno!

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